Diabete. Si può migliorare con la chirurgia metabolica?

Potrà sembrare incredibile ma il diabete mellito di tipo 2 nei soggetti obesi può migliorare notevolmente fino a guarire completamente grazie alla chirurgia metabolica.

Anche se la chirurgia bariatrica comprende una varietà di procedure chirurgiche gastrointestinali originariamente progettate per indurre la riduzione del peso nei pazienti con obesità patologica, i benefici della chirurgia bariatrica, si estendono ben oltre la perdita di peso e includono un notevole miglioramento delle numerose patologie che si associano all’eccesso di peso e che accumulandosi, si potenziano a vicenda determinando la comparsa della cosiddetta sindrome metabolica.

Negli ultimi anni in Italia, questo fenomeno associato all’obesità, sta progressivamente aumentando e si assiste anche a un coinvolgimento di una fetta sempre più giovane di soggetti e bambini con alti valori di glicemia a digiuno che dunque hanno un elevato rischio di diventare diabetici da adulti, così come gli adulti che in questi mesi di lockdown hanno preso peso.

Come migliorare il diabete con la chirurgia metabolica

Gli interventi di chirurgia bariatrica sono nati con l’intento di trattare l’obesità patologica, tuttavia molti studi recenti hanno mostrato come alcuni particolari interventi di chirurgia bariatrica abbiano un effetto antidiabetico e questo perché si innescano una varietà di meccanismi neuroendocrini e metabolici determinati dai cambiamenti nell’anatomia gastrointestinale. Non si tratta dunque di un modello di cura focalizzato solo sulla perdita del peso ma un percorso che ha come obiettivo il miglioramento del controllo glicemico e metabolico.

E’ vero che di solito ai pazienti con diabete di tipo 2 viene consigliato di perdere peso ma, quando ci troviamo di fronte a un paziente che ha un rapporto peso/altezza cioè un BMI di almeno 35, difficilmente questi potrà perdere peso con la sola dieta. Solo intervenendo chirurgicamente si riuscirà ad ottenere un risultato apprezzabile ed è questo il momento in cui la Chirurgia Metabolica dà il suo meglio offrendo soluzioni interessanti.

Non è ancora ben chiaro con quale meccanismo questi interventi agiscano però molti studi hanno evidenziato che il meccanismo antidiabetico della chirurgia deriva da una combinazione di cambiamenti ormonali che si verificano quando il cibo non viene a contatto con la prima parte dell’intestino, ma piuttosto quando l’assorbimento dei nutrienti viene veicolato nelle porzioni più lontane del piccolo intestino.

Questo salto di intestino induce diverse conseguenze: prima di tutto una modificazione della produzione degli acidi biliari, ma anche una modificazione del rilascio degli ormoni intestinali tra cui un particolare ormone intestinale chiamato GLP-1;  si verificano anche cambiamenti nel microbiota intestinale e nel  nutrient sensing e cioè nella abilità che hanno le cellule di rispondere ai substrati energetici come ad esempio il glucosio.

Tutti questi cambiamenti che vengono indotti dall’intervento chirurgico, attraverso complicati meccanismi, determinano sia un maggiore rilascio di insulina ma anche una maggiore sensibilità delle cellule all’azione dell’insulina stessa.
In questo modo si ottiene una miglior controllo del diabete ma anche una riduzione del senso di fame e assistiamo anche al calo del peso.

Quali interventi danno migliori risultati nel trattamento del diabete?

Molti studi hanno dimostrato che gli interventi bariatrici che hanno anche una azione metabolica sono quelli in cui il cibo non viene a contatto e dunque “salta” sia il duodeno che la prima porzione dell’intestino.

Tra questi, un intervento che sta diventando sempre più popolare poiché in studi clinici ha mostrato una risoluzione del diabete nel 30% dei pazienti a distanza di 15 anni, è il cosiddetto Mini Bypass Gastrico

Si tratta di un intervento che dura circa un’ora e viene eseguito in laparoscopia; cioè una tecnica mini invasiva in cui attraverso 3 forellini si inseriscono una telecamera e la strumentazione necessaria per eseguire l’intervento – che prevede una prima fase in cui lo stomaco viene “ritagliato” lungo il suo margine di destra in modo da creare un tubo lungo e stretto.
Nella seconda fase, all’estremità di questo tubulo, viene suturata un’ansa dell’intestino che si trova a 2 metri di distanza dal duodeno.

In questo modo il cibo che arriva nel piccolo tubulo gastrico, passa subito nell’intestino oltrepassando la prima parte dell’intestino tenue, e viene così a contatto con una porzione più lontana dell’intestino stesso, inducendo tutti quei meccanismi neuro-ormonali che abbiamo visto avere un ruolo fondamentale non solo nel calo del peso ma soprattutto nel controllo del diabete.

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